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FITOESTROGENI E CANCRO

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Alcuni cancri del seno, della prostata, dell’utero e delle ovaie sono considerati ormonodipendenti perché, ed ora lo sappiamo con certezza, gli ormoni sessuali ed in particolar modo gli estrogeni, possono accrescerne l’incidenza e favorirne il progresso.
In molti alimenti vegetali sono presenti sostanze come i “bioflavonoidi” (quercitina, esperidina, rutina, ecc.) che hanno la particolarità di legarsi ai recettori degli estrogeni ed attivare un’azione estrogenica.
Per questa ragione tali sostanze sono chiamate “fitoestrogeni”.
Se ne deduce che: in presenza di malattie degenerative ormonodipendenti od in caso di soggetti a rischio, è importantissimo, tra l’altro, fare molta attenzione alla dieta perché un’alterazione ormonale, come per esempio un aumento degli estrogeni, può favorire la formazione o l’incremento di tumori.
I fitoestrogeni sono almeno 4000 tipi e sono presenti in più di 300 specie vegetali moltissime delle quali fanno parte della nostra alimentazione e della nostra farmacopea.
La SOJA è la pianta (una leguminosa) che ne contiene una grande quantità e purtroppo viene impiegata largamente nella composizione e nella preparazione industriale di alimenti di grande consumo.
Se in un supermercato ci prendessimo la briga di andare a leggere la composizione di alimenti confezionati troveremmo che almeno l’80% contengono SOJA in varie forme.
Resteremmo così sorpresi di vedere che biscotti secchi, dolci di tutti i tipi, gelati, cioccolate e gianduiotti, salse, creme, patè, piatti pronti, alcuni insaccati ed alcuni formaggi ne contengono a bizzeffe.
Altre importanti fonti di fitoestrogeni sono:
GRANO SARACENO, AGRUMI, THE VERDE, THE NERO, VINO ROSSO, FUNGHI, PREZZEMOLO, SALVIA, CAROTE. POMODORI, MELANZANE, CAVOLI, BROCCOLI, CILIEGIE, PAPAIA, MELONE, PRUGNE, MORE, MIRTILLI, ALBICOCCHE, UVA, CIPOLLE, CEREALI INTEGRALI, ECC.
Altri fattori di rischio sono gli ormoni esogeni, cioè quelli che si assumono con i farmaci come la PILLOLA ANTICONCEZIONALE, i CEROTTI come terapia ormonale sostitutiva, non dobbiamo dimenticare inoltre la COMPONENTE GENETICA (la familiarità va sempre valutata) e l’OBESITÀ che aumenta il rischio a tutte le età (il tessuto adiposo, anche se in minore quantità delle ovaie, produce ormoni sessuali).
Ma per rimanere nel campo degli alimenti troviamo un altro importante fattore di rischio nelle CARNI DI ANIMALI, PESCI E NELLE UOVA E FORMAGGI che derivano da allevamenti intensivi per i quali non abbiamo la certezza che nella alimentazione non siano stati usati ormoni per accelerarne la crescita e l’aumento di peso.
Recenti segnalazioni ci portano a decidere di evitare i “bioflavonoidi” in gravidanza per la possibilità di un aumento del rischio di sviluppare alcune patologie durante il primo anno di vita nei bambini le cui madri avevano assunto prodotti ed integratori a base di bioflavonoidi durante la gravidanza.
Bisogna anche dire però che i bioflavoni esplicano importanti azioni curative a livello del sistema circolatorio, come antiossidanti, antinfiammatori, antivirali, nei disturbi oculari relativi alla retina, in alcuni squilibri ormonali, in certe alterazioni metaboliche ed in certi tipi di tumore

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