Dedicato a ....

LA RIVOLUZIONE DEL SILENZIO

.
.

La “civilizzazione” che ci siamo costruiti nell’ultimo secolo pone così tante richieste al corpo ed al cervello che è estremamente difficile mantenere la propria salute e la pace della mente.

Ormai è d’obbligo muoverci velocemente a ritmi ai quali il corpo umano male si adatta.

Questa società, essendo molto complessa, ci obbliga ad assumere un gran numero di ruoli funzionali ed il convivere con questi crea stress e tensione soprattutto se si pensa ai ritmi serrati con i quali si susseguono gli eventi. E’ facile così, anche senza che ce ne accorgiamo, diventare persone nevrotiche.

La nevrosi è causata dalla frequenza degli squilibri che l’individuo affronta ogni giorno al punto che vivere nello squilibrio diventa un’abitudine e finisce col condizionare l’esistenza.

Se noi amiamo la vita e noi stessi dobbiamo mettere in atto una rivoluzione interiore che riesca a modificare i singoli comportamenti e abbia il potere di cambiare le strutture sociopolitiche ed economiche e i condizionamenti che esse causano in noi.

Il primo passo è osservare il comportamento del corpo: le sue necessità, regolare la nutrizione, fare esercizi fisici a seconda dei nostri bisogni.

Il corpo ha un’intelligenza veramente rilevante: ti dice quando ha fame, quando ha sonno, quando non è più necessario dormire, ecc.

Avete mai ascoltato il vostro corpo? Lui vi parla, i nervi vi parlano, i muscoli vi raccontano le loro storie e se il sangue è stato intossicato dalla vostra incuria e dalle vostre imprudenze, anche la goccia di sangue vi parla e vi informa.

Coloro che hanno cura della propria vita e ne tengono di conto, coloro che prestano attenzione e sanno osservare possono scoprire facilmente ciò che è in sintonia o no con il proprio corpo attraverso le sue risposte ai vari tipi di cibo, al tipo di riposo, alle abitudini ed alle occupazioni tenute nella giornata: qualsiasi disordine in relazione al nutrimento, al riposo o alle attività svolte influirà negativamente sulla sensibilità, prontezza e vitalità di tutta la struttura fisica.

Il secondo passo sarà cercare di capire come usare l’energia fisica e verbale.

Come mai continuiamo a muoverci incessantemente anche quando non è necessario? Cos’è che ci tiene schiavi del movimento? E questo costante parlare, chiacchierare, fare pettegolezzi non è forse divenuta un’abitudine e perciò un condizionamento?

Avete mai notato quanto complesso sia e che cosa metta in atto il semplice fatto di “parlare”? Parlare è il movimento del suono nel nostro corpo, è una vibrazione che viaggia dentro di noi sulle ali del respiro coinvolgendo tutto il sistema respiratorio e spendendo grandi quantità di energia vitale.

Parlare solo quando è necessario evitando parole inutili e resistendo alla tentazione di verbalizzare di continuo (parlare nella mente) è qualcosa di nuovo che deve essere imparato, e non solo, dobbiamo imparare ad armonizzare anche l’ascolto ed è importante capire che l’esposizione del nostro corpo e del cervello alle parole degli altri, alla radio, alla televisione, alle frequenze sonore con la loro intensità e volume non può essere presa alla leggera perché ha un grande impatto su di noi e sui nostri equilibri.

Il terzo passo consiste nel riuscire a dare al corpo ed al cervello il tempo di rilassarsi. Anche durante il sonno c’è rilassamento, ma quello durante lo stato di veglia, per la sua azione sulla psiche, è molto diverso, dà dei risultati più tangibili.

Occorre dunque riservare del tempo durante la giornata in momenti in cui niente possa disturbarci, si assume una posizione comoda seduti o sdraiati in silenzio. Naturalmente questo non significa essere inerti o abbandonati alla pigrizia, ma al contrario saremo molto attenti, ogni nervo, ogni goccia di sangue, ogni cellula sarà all’erta, sarà vigile e nello stesso tempo il corpo sarà rilassato, dritto ma non rigido, abbandonato ma non pigro.

Per tutto il tempo che stiamo in questa condizione (4060 minuti) ci mettiamo in uno stato di non movimento, cioè fisicamente e mentalmente siamo in uno stato di non fare.

In questo tratto di tempo eviteremo di parlare ed il silenzio non sarà soltanto verbale, cioè non parleremo con gli altri, ma non si parlerà neppure con noi stessi. Scomparirà così anche il movimento di verbalizzazione ed entreremo in un rilassamento interiore in cui l’energia vitale sarà conservata.

Purtroppo noi non riusciamo ad arrestare o per lo meno a gestire il nostro processo del parlare in modo che si rilassi e questo fa sì che pian piano le nostre parole perdano il loro potere perché sono l’espressione di una mente stressata e frammentata in mille direzioni.

Ora però, che abbiamo raggiunto una condizione di non movimento fisico e verbale, che cosa ne è della mente?

Beh! La mente si muove!

La mente si muove e la volontà non può niente su di essa poiché colui che decide è parte della mente stessa.

Noi stessi siamo quel movimento, il pensiero ed il pensatore non sono separati per cui questo movimento non può essere soppresso o controllato dalla volontà.

Il fatto è che noi non ci rendiamo conto di far parte del pensiero perché lui si muove così velocemente e con un impulso così irrefrenabile che crea l’illusione di un pensatore fermo e perciò distaccato da un pensiero in costante e folle movimento.

Stiamo cercando di imparare a rilassarci ed ecco che ci troviamo di fronte al movimento: cosa fare?

NIENTE!!

Limitiamoci semplicemente ad osservare il movimento della mente e possiamo dire così che stiamo osservando noi stessi mentre ci muoviamo. Però …… Però …… Ed è questa l’invenzione, è questo il segreto …… Però …… senza toccare nulla, senza valutare né fare paragoni, non si giudica, non si prendono decisioni, ma semplicemente si osserva, con innocenza, così come si osserva la gloria della luce del Sole, la bellezza della natura intorno a noi, la magia di un tramonto, il sorriso di un bambino.

In questo caso attuiamo una percezione non valutativa, lo sguardo è innocente ed è con questa innocenza che dobbiamo imparare ad osservare il movimento della mente.

Questa percezione priva di giudizio, questo tipo di osservazione è veramente una cosa nuova per noi e per questo all’inizio ci potranno essere dei fallimenti nei nostri tentativi poiché il passato e le vecchie abitudini tenteranno di riemergere ed a volte ce la faranno, ma noi non diamo loro importanza e ricominciamo da capo.

Questo è imparare, questa è educazione.

Quando l’osservazione è disturbata basta divenire consapevoli di questo disturbo e ritornare nello stato di osservazione, così procede l’apprendimento.

Imparare ad osservare può calmare e rilassare questo fortissimo impulso che da sempre ci condiziona.

Importante è agire innocentemente , mantenendo la consapevolezza che le cose osservate e l’osservatore non sono due entità separate, ma sono la stessa cosa, e quando l’osservazione priva di giudizio diverrà un fatto naturale, quando non ci sarà sforzo, allora accade un evento straordinario, la divisione ha termine: non ci sarà né osservatore né cose osservate ma solo uno stato di attenzione, e si sarà creata una nuova dimensione di consapevolezza.

L’apprendimento sarà superato quando lo stato di osservazione sarà presente non solo durante l’ora di rilassamento, ma si estenderà automaticamente a tutta la giornata in modo da vivere con una percezione libera dal giudizio in una condizione di osservazione innocente.

L’azione dell’osservare crea una condizione di consapevolezza che esiste solo nel presente, nell’attimo per attimo, e nel presente la mente condizionata scompare e con essa scompare il passato e scompaiono i pensieri, a questo punto più niente si muove: NON C’E’ PIU’ MOVIMENTO !

Quello che si crea è una condizione psicofisica costante.

Per capire meglio pensate cosa provoca in noi un pensiero che si muove nella mente o un suono che ci arriva dall’esterno.

Le parole ci creano tensione ed il loro significato crea dei sentimenti che stimolano il sistema chimico del corpo che produce sensazioni, emozioni, stati d’animo.

Se per esempio si parla di DIO ad un credente devoto, immediatamente questa parola fa nascere in lui un movimento nella chimica e nel sistema neurologico che sarà completamente diverso se si dice la stessa parola ad un miscredente. Dunque, il movimento del pensiero crea comunque tensione nei nervi e provoca una reazione chimica nel nostro corpo che determina emozioni e stati d’animo.

Questo accade continuamente, per cui l’agitazione interiore è costante, c’è un’azione disturbata e perturbata, inoltre le nostre preferenze o i pregiudizi possono creare ferite e dispiaceri che si aggiungono a ciò che già accade rendendo la nostra vita una continua sofferenza.

Attraverso l’osservazione si raggiunge uno stato di rilassamento in cui l’essere è libero dalla tensione e dall’apprensione.

Nel suo contenuto il rilassamento è uno stato di non dualità, una dimensione della consapevolezza senza divisione, una dimensione in cui abbiamo accesso alla verità e quando non c’è divisione che cosa rimane ? ……… rimane il TUTTO !!

Il contenuto del rilassamento è il silenzio, il contenuto del silenzio è la totalità dell’essere.

La totalità è dentro ognuno di noi, solo che non riusciamo a percepirla perché siamo troppo indaffarati con l’IO e con il gratificare le sue richieste, siamo indaffarati con il corpo e a soddisfare i suoi bisogni tanto che alla fine pensiamo che la vita sia questa, mentre invece, pur essendo tutto ciò importante, non è la totalità ma semplicemente una parte.

Questo comportamento ci ha condannati a vivere prigionieri di istinti biologici e paranoie psicologiche.

Nel silenzio invece siamo presenti e immersi nel rilassamento.

Il silenzio ringiovanisce la totalità della vita, agisce sulle cellule cerebrali, sul sangue e sui tessuti rinvigorendoli.

L’energia non essendo più condizionata si riattiva.

L’energia della sensibilità percettiva, nata dal silenzio, potrebbe essere chiamata intelligenza, ma è un’intelligenza che non ha niente a che vedere con l’attività cerebrale e l’intelletto poiché lavora solo nello stato di coscienza: questa sensibilità non ha sede nel cervello, non è controllata dalla mente, non fa parte dell’eredità biologica di ognuno di noi, ma è la natura stessa della vita, e la vita è una scintilla dell’energia cosmica.

Gli scienziati hanno scoperto che anche la più piccola parte dell’atomo è formata da energia e che il movimento di questa energia ha una sua propria intelligenza.

L’impulso della vita è il movimento di una inimmaginabile intelligenza cosmica che non può essere discussa o misurata o calcolata dal nostro cervello: è gigantesca, onnipotente e permea ogni cosa, è la totalità è DIO.

Quando questa intelligenza diviene attiva nell’uomo perché per sua scelta e suo volere ha creato le giuste condizioni, essa guarda attraverso i suoi occhi, ascolta attraverso le sue orecchie e tocca attraverso la sua pelle.

L’uomo, per mezzo del silenzio ha sconfitto la dualità ed ha raggiunto la consapevolezza della sua vera natura, ha reso la sua coscienza senza limiti: è arrivato finalmente a casa.

0 commenti:

BLOG POWERED BY MATT. INFO: crevy75@gmail.com